Diario, news, storie da Cozzagrande

E' possibile che da qualche parte del mondo esista un luogo, una contrada che si chiami Cozzagrande. Qui è un luogo immaginario abitato dalle "cozze". Una cosa hanno queste di speciale che le distingue da tutti gli altri: è l'ostinazione eroica, oppure ottusa, dipende dai punti di vista, con cui si attaccano da qualche parte. Avranno pure tante altre qualità e difetti, come tutti. Ma uno riconosce una cozza perchè non si stacca più: sarà un luogo, una poltrona e perfino una sedia traballante.
Qui si racconta della cozza che è in ognuno.
E di una qualsiasi comunità o gruppo.
Quello che segue è un insieme di pagine di diario, di news, racconti, immagini della comunità di Cozzagrande. Seguendo la numerazione si ricompone il filo storico degli eventi. Ma non è necessario attaccarsi a quest'ordine per confondersi le idee.
Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.

25/10/07

70- Red Loop fa una visita a Grande Sughero, che gli rivela il suo segreto. Storia di una cozza mutante. L’energia del pensiero poroso. Fragranze.

Grande Sughero se ne stava come al solito per conto suo galleggiando a mezz’aria alla deriva nei suoi domini da dove poteva osservare tutto, anche la comunità di Cozzagrande.

Un giorno Red Loop volle andare ad incontrarlo. Rimase ammirato, non senza una punta di invidia, della capacità di Grande Sughero di galleggiare compostamente per lungo tempo. Infatti, benché si intuisse che il suo baricentro doveva stare da qualche altra parte, lui rimaneva in perfetto equilibrio instabile, contro ogni legge della fisica. Senza mostrare di far fatica alcuna. Di tanto in tanto anche un po’ dondolante, ma mai fino a scomporsi. Red Loop si sentiva a disagio ad essere osservato dall’alto. Voleva subito dimostrare di essere convenuto a colloquio da pari a pari, e, soprattutto, guardarlo negli occhi senza dover alzare la testa. Quindi, raccolse tutte le sue forze, si accovacciò con goffa eleganza quel tanto necessario ad aggrapparsi saldamente alle stringhe delle scarpe che calzava ed incominciò a tirarsi su. Ma per quanti sforzi facesse, passando per tutta la gamma dei rossi fino al viola, non riusciva a raggiungere l’altezza di Grande Sughero, che per la verità, senza darlo a vedere, si sollevava ogni volta ancora un po’ perché aborriva essere raggiunto da chicchessia.

Falliti tutti i tentativi, Red Loop non voleva piangere per la rabbia davanti ad uno che dal suo punto di vista non gli era certamente superiore. Si trattenne. Rinunciò a sollevarsi. Si giustificò dicendo che aveva mangiato peperoni arrostiti quella mattina inzuppati nel latte. E che per questo si sarebbe comunque adattato a sedersi sulla poltrona da ufficio basculante, pensando tra se e se che sarebbe stato sufficiente spingere all’indietro lo schienale per evitare di dover alzare la testa per guardare in faccia il suo interlocutore. Cosa che gli riuscì non senza qualche sforzo. Tanto che per quasi tutto il tempo del dialogo rimase mezzo coricato, gambe tese per far leva e rosso in volto. Ma per apparire tranquillo e disinvolto, incominciò a giocherellare con un sughero a forma di fungo, di quelli che si usano per tappare le bottiglie di spumante, che aveva rimediato dalla scrivania di Grande Sughero, il quale con malcelata insofferenza ne seguiva attentamente le volute nelle mani del suo ospite.

Comunque, Grande Sughero, che quando pareva a lui, era capace di grande generosità, ebbe compassione di Red Loop messo in imbarazzo dalla sua maldestra performance. Decise, divertendosi in cuor suo, di metterlo a parte del suo grande segreto, spiegandogli come, senza ricorrere alla levitazione a propulsione mistica né alla superconduttività per la levitazione magnetica, egli riuscisse a rimanere sollevato dal pavimento. E soprattutto come avvenne la sua trasformazione da Grande Cozza in Grande Sughero. Red Loop si aggiustò un po’, annusò nuovamente il tappo a pieni polmoni per coglierne la fragranza di spumante con uno strano retrogusto, disponendosi all’ascolto.

“Quando il sughero a fungo della bottiglia di spumante, che avevo raccolto da terra poco prima, durante una festa, come portafortuna, cadde dove proprio non avrebbe dovuto”, esordì Grande Sughero, intuendo di aver azzeccato la curiosità di Red Loop, “non mi rimase null’altro da fare che premere nuovamente il pulsante dello sciacquone per eliminarlo.

L’acqua precipitò fragorosamente a cascata formando potenti vortici. Il sughero scomparve nel risucchio. Ma, passato qualche secondo, riemerse dondolandosi allegramente. E continuò a riemergere nei successivi tentativi di affondamento”. Grande Sughero raccontò come dapprincipio osservasse il ripetersi del fenomeno insofferente e contrariato. Anche perché dietro alla porta del WC chiusa alle sue spalle si stava formando una lunga fila, e il brusio di protesta cresceva sempre più. Ma il sughero tornava sempre lì dentro a galleggiare incurante ed osceno. Grande Sughero più s’incaponiva e più vedeva che il tappo ritornava saltellando per poi lasciarsi cullare dalle onde del piccolissimo maleodorante laghetto. Provocatorio e dispettoso. Almeno questi dovevano essere i sentimenti del sughero: infatti, era l’opinione di Grande Sughero ancora nelle vesti di Grande Cozza, una cosa che si comporta così deve per forza essere una cosa pensante che lo fa apposta. Fuori il brusìo si stava trasformando in rivolta. Ma la cozza del sughero, alias Grande Sughero, era troppo presa per potersene accorgere. Quel sughero ribelle finì con l’affascinarlo. “All’improvviso ebbi come una rivelazione che doveva cambiare il corso della mia vita”, disse con aria esultante a Red Loop, che stava anticipando mentalmente le conclusioni di Grande Sughero immaginando che avesse messo in piedi un sugherificio.

No. La rivelazione che aveva cambiato la vita della cozza del sughero era la scoperta stessa della forza del sughero: “Un sughero si limita a galleggiare! Non fa assolutamente nulla eppure è invincibile!”, si disse, udendo ora i pugni battere furiosamente da dietro la porta. “Allora decisi di recuperare il tappo, ormai abbondantemente ripulito e risciacquato, vincendo la naturale repulsione, e continuai a rimurginare per strada sull’accaduto”, concluse Grande Sughero. Red Loop, abituato ai suoi stessi ragionamenti circolari e avviluppati, non riusciva a seguire quel ragionamento troppo lineare. Si limitò a chiedere: “Era un tappo come questo?”, mostrando il tappo della scrivania dopo averlo annusato percependo un’ambigua fragranza. “Ma è proprio quello in persona!” rispose laconico Grande Sughero. Red Loop per poco non lo fece cadere. Riuscì a malapena a riporre il tappo sulla scrivania con un’espressione di schifo che non poté celare. Tutto preso dal pensiero di andarsi a lavare al più presto le mani fece fatica a seguire il resto del racconto di Grande Sughero, che nella foga della rivelazione era sceso di circa mezzo metro come avesse perso per un istante un po’ della sua leggerezza. Red Loop potè così allentare la tensione sulle gambe e provò un po’ di sollievo. Grande Sughero continuava a raccontare: “Io devo essere un sughero. Anzi io sono un sughero, mi dissi. E da quel momento mi esercitai ad imitarlo”.

“Ma come si fa ad imitare un sughero?”, chiese Red Loop sbalordito, “e poi i sugheri galleggiano su qualcosa di liquido, come l’acqua, la melma. Tu invece ti sollevi come un pallone gonfiato!”. Si accorse, come al solito, troppo tardi delle parole che gli erano scivolate di bocca. Infatti, Grande Sughero rispose piccato: “E’ una questione di pensiero. Quelli che ce l’hanno leggero, il pensiero, possono addirittura sollevarsi, perché diventano più leggeri dell’aria. Invece, quelli che c’hanno il pensiero circolare possono al massimo rotolare per terra. Inutile che tentino di sollevarsi”. Red Loop, che si era sentito colpito nel suo amor proprio, incominciò a organizzarsi per andarsene. Fece appena a tempo a sentire, mentre insisteva a commiatarsi, Grande Sughero che diceva: “Io sono riuscito a rendere il mio pensiero poroso. Per questo sono più leggero dell’aria”.

E dondolante gongolante riprese la sua tipica espressione assente, estraniata ed indifferente.