Diario, news, storie da Cozzagrande

E' possibile che da qualche parte del mondo esista un luogo, una contrada che si chiami Cozzagrande. Qui è un luogo immaginario abitato dalle "cozze". Una cosa hanno queste di speciale che le distingue da tutti gli altri: è l'ostinazione eroica, oppure ottusa, dipende dai punti di vista, con cui si attaccano da qualche parte. Avranno pure tante altre qualità e difetti, come tutti. Ma uno riconosce una cozza perchè non si stacca più: sarà un luogo, una poltrona e perfino una sedia traballante.
Qui si racconta della cozza che è in ognuno.
E di una qualsiasi comunità o gruppo.
Quello che segue è un insieme di pagine di diario, di news, racconti, immagini della comunità di Cozzagrande. Seguendo la numerazione si ricompone il filo storico degli eventi. Ma non è necessario attaccarsi a quest'ordine per confondersi le idee.
Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.

25/11/08

Fuoc’Amico pretende il tavolo rettangolare con un solo lato corto. L’ottiene e si meraviglia lui stesso. Il genio della Cozza-del-Pert.

“Le soluzioni geniali sono già tutte davanti ai nostri occhi, ma solo per chi volesse vederle!”, ammoniva provocatoriamente la Cozza-del-Pert ogni volta che la si importunava con un problema da risolvere. E il tavolo rettangolare con un solo lato corto da lui progettato per le riunioni del Gran Giurì dei Cozzari era lì a ricordarlo a tutte le cozze di Cozzagrande. Tutto era nato dalle pretese di Fuoc’Amico, che mal sopportava di dover confondere la sua autorità con chicchessia. Per questo odiava i tavoli rotondi dove non si capiva mai chi fosse quello più importante. Né aveva capito come facesse il famoso re Artù a distinguersi pur accomodandosi attorno ad una tavola rotonda con i suoi cavalieri, mentre sempre cantavano allegri:
« Chevaliers de la table ronde,
Goûtons voir si le vin est bon.
Goûtons voir, oui oui oui,
Goûtons voir, non non non,
Goûtons voir si le vin est bon. ... »

Di quella epopea i Cozzari avevano ripreso solo questa gloriosa tradizione.
Fuoc’Amico privilegiava, invece, i tavoli rettangolari dove andava subito ad occupare uno dei lati corti. Quello destinato per convenzione al capotavola. Il guaio era che rimaneva sempre un altro lato corto, dove si andava a sedere o Red Loop, e passi, che era un cozzaro anche lui, oppure Pazz’Esco, che invece non lo era. Come avrebbero mai fatto, le cozze, a capire da quale lato stava chi comandava?

Pretese, anche con promesse e velate minacce, che gli si trovasse una soluzione. E finalmente da un certo giorno in poi, Fuoc’Amico potè sedersi al tavolo a cui la Cozza-del-Pert era riuscita ad eliminare l’altro lato corto per impedire che altri potessero occupare quella postazione irriverente che poteva confondere le idee a tutti.
Fuoc’Amico ne era fiero. Nessun’altro a Cozzagrande e altrove possedeva un tavolo rettangolare con un solo lato corto per sedersi, e tutti erano curiosi di ammirare questo rompicapo della geometria euclidea. E tutto grazie ad una soluzione geniale trovata dalla Cozza-del-Pert.

Prima di lui non v’era riuscito neanche Red Loop, che dopo molti ragionamenti circolari aveva fatto chiamare il miglior falegname di Cozzagrande, che era sempre la Cozza-del-Pert, per far tagliare l’altro lato corto. Ma dopo ogni taglio il lato corto si riformava come d’incanto, sostituendo quello di prima. Quando, poi, taglia e ritaglia, il lato corto finì col diventare più lungo del lato lungo, Red Loop intuì che ora c’era il rischio che un “quisque de populo”, cioè uno qualsiasi del popolo delle cozze che si fosse seduto sul lato lungo, oramai diventato più corto, sarebbe potuto apparire come il più importante dei commensali, pardon, dei membri del Gran Giurì in riunione.
Red Loop non si perse d’animo, ed ordinò di tagliare una fetta anche dal lato lungo.

Ma così facendo, alla fine rimasero soltanto le sedie a ricordare con la loro disposizione che lì al centro del rettangolo che formavano doveva esserci stato un tavolo rettangolare a due lati lunghi e due corti, come è naturale che sia.
Allora, dopo aver zittito le cozze di passaggio che nel frattempo si contendevano gli sfridi del tavolo, che Pazz’Esco distribuiva dal 3percento in su, Red Loop si fermò a riflettere. Fu così che concepì un tavolo triangolare, naturalmente un triangolo isoscele acutangolo, quello che ha due lati lunghi ed uno certamente più corto. Ma dopo una sola riunione fu bocciato: Fuoc’Amico non sopportava l’effetto che ne sortiva dei cozzari che sembravano attacarlo contemporaneamente di fronte e da due lati. Furono scartate altre ipotesi da fonti estranee che parlavano di lati arrotondati.
Alla fine si era tornati al tavolo rettangolare comprato di nuovo. Fuoc’Amico, un po’ seccato, espresse tuttavia a Red Loop, mettendolo a verbale, apprezzamento per la genialità e l’impegno profuso, come si usa fare in queste circostanze. Ma si capiva bene cosa invece stesse pensando. Poi fece chiamare irritato la Cozza-del-Pert facendogli notare le condizioni in cui il Gran Giurì doveva lavorare, tra segatura, pezzetti di legno, schizzi geometrici, e per di più col sottofondo di Pazz’Esco che esagitato batteva l’asta per l’assegnazione degli sfridi.

Sul volto della Cozza-del-Pert si lesse un’espressione di commiserazione, ma poi fece sgombrare la stanza da oggetti estranei e cozze. Queste ultime si misero dietro le quinte a spiare e i più fortunati poterono assistere alla scena della trasformazione.

Videro che la Cozza-del-Pert, invero un po’ scocciata, si era seduta a fumare una sigaretta di spalle al cartello “Vietato fumare”, di modo che non potesse vederlo e quindi nell’impossibilità di contravvenirlo. Terminata che fu la sigaretta, con fare pensoso, si alzò e avvicinatosi al lato corto del tavolo dov’era stato seduto Fuoc’Amico, lo spinse con un gesto vigoroso ed elegante – doveva essersi accorto di essere osservato – fino a far appoggiare l’altro lato corto contro il muro, creando continuità tra lato del tavolo e parete ed eliminando ogni possibilità per qualsiasi cozzaro o cozza di sedersi su quella postazione. Aveva eliminato la funzione del secondo lato corto.
Le cozze e i cozzari di Cozzagrande non resistettero dietro le quinte ed esplosero in un “ohoooo…”. Fuoc’Amico fece “waw” due volte. Red Loop disse che l’aveva pensato anche lui ma se l’era scordato.
Tutti si congratularono con la Cozza-del-Pert. Ma Pazz’Esco, invidioso, già pensava di sfondare la parete da quel lato con la scusa di dover proiettare le diapositive con i grafici a 3D, cioè a tre dimensioni.
Tutto faceva presagire che la storia non sarebbe finita lì.

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