Diario, news, storie da Cozzagrande

E' possibile che da qualche parte del mondo esista un luogo, una contrada che si chiami Cozzagrande. Qui è un luogo immaginario abitato dalle "cozze". Una cosa hanno queste di speciale che le distingue da tutti gli altri: è l'ostinazione eroica, oppure ottusa, dipende dai punti di vista, con cui si attaccano da qualche parte. Avranno pure tante altre qualità e difetti, come tutti. Ma uno riconosce una cozza perchè non si stacca più: sarà un luogo, una poltrona e perfino una sedia traballante.
Qui si racconta della cozza che è in ognuno.
E di una qualsiasi comunità o gruppo.
Quello che segue è un insieme di pagine di diario, di news, racconti, immagini della comunità di Cozzagrande. Seguendo la numerazione si ricompone il filo storico degli eventi. Ma non è necessario attaccarsi a quest'ordine per confondersi le idee.
Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.

20/05/07

80- La spedizione in Cina. Dubbi sull'identità dei delegati restituiti dai cinesi. Avviso: nessun moscone ha subito maltrattamenti per questo racconto


Pazz’Esco riuscì a convincere la Cozza del Gran Giurì con delega agli Esteri che ora basta con questa continua deriva dei continenti. Che lui era ormai determinato. Checché ne dicesse ToutanCàmen. Affari suoi la faglia di San Francisco. A lui, invece, non gliela avrebbero fatta. “L’importante”, scandì a mezza voce strozzata affinché tutte le eventuali orecchie in ascolto avessero il tempo di riorientarsi, “l’importante è fermare la deriva del continente asiatico. La Cina! Altrimenti”, gli sfuggì uno spruzzo di saliva, che la cozza degli esteri fece appena in tempo a scansare, “altrimenti non ci staremo più coi costi!”. La goccia di saliva inondò il grafico dei ricavi facendo quasi affogare il moscone che lo stava esaminando. Si vedeva ad occhio nudo che la questione della deriva stava sfiancando Pazz’Esco da troppo tempo.

La cozza con delega agli esteri abbozzò un sorriso tipo gioconda, che voleva ostentare solidarietà, compassione, e qualcosa come “tranquillo, ci sono qua io”. Fece intendere che se il problema era quello, aveva lui a portata di mano i tiranti che avrebbero almeno rallentato la deriva asiatica per qualche giorno. La sua capacità di lobbying poteva arrivare molto, ma molto in Alto.

A Pazz’Esco, però, non andava giù che le sue conoscenze potessero essere un po’ meno che Alte. Non perse tempo. Senza dire niente a nessuno prese contatto con qualcuno molto vicino all’Alto. Fu un errore fatale di sottovalutazione del potere lobbistico del delegato all’estero. Infatti, sul sagrato si fece trovare ad attenderlo, camminando nervosamente su e giù, nientemeno che Red Loop. Questi, senza preamboli, dimostrò che sarebbe stato inutile raggiungere la Cina senza avere poi il modo di censire la immensa rete dei contatti potenziali, che erano poi tutti i cinesi. Spiegò, senza prender mai fiato, di aver escogitato un metodo infallibile per contarli. “Però un problema c’è”, dovette ammettere, “ed è che i cinesi si muovono continuamente. E alla fine non sai se ne stai contando uno già contato!”. E concluse: “Che ci andiamo a fare dai cinesi, se poi non li possiamo contare?!?!”. Ormai era paonazzo come tutte le volte che si infervorava. Pazz’Esco intuì che doveva cambiare argomento: “Adesso ti mostro io un sistema che noi abbiamo messo a punto tecnicamente per risolvere ben altri problemi”. Tirò fuori dalle tasche una manciata di mandorle di origine siciliana: “Daremo queste mandorle alla nostra delegazione, che le userà per controllare la forma degli occhi dei cinesi, che hanno notoriamente gli occhi a mandorla”. Red Loop ne fu entusiasta: “Basterà dividere per due il totale degli occhi a mandorla controllati e avremo il numero esatto dei cinesi!”. Fu così che i due si convinsero che la cosa andava fatta.

Poiché, però, i delegati di Cozzagrande, giunti in Cina, malamente impressionati delle formine degli insetti offerti alla prima colazione, sopravvissero mangiandosi le mandorle, il loro conteggio degli occhi a mandorla non fu ritenuto attendibile. Per di più al loro ritorno apparvero talmente smagriti e spaesati, che per molto tempo si nutrì il dubbio che i cinesi avessero rimandato indietro dei cloni più a buon mercato, tenendosi gli originali per farne altre copie. Ma non fu trovato un movente ragionevole per una cosa del genere e non se ne parlò più. Quanto alla storia della deriva dei continenti, la cosa fu brillantemente risolta osservando bene una mappa del globo, da cui apparve chiaro che l’Asia era già attaccata di per sé all’Europa. Pazzesco!